top of page
Search

Capitolo 15: Paraguay

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

Un arrugginito ventilatore a soffitto rotea svogliatamente le sue pale muovendo ritmicamente la ragnatela attaccata all’angolo di un vecchio armadio in formica ricolmo di fascicoli ingialliti dall’umidità e dal troppo tempo, odore di diesel bruciato entra dalla finestra mischiandosi impietoso col profumo violento di una corpulenta segretaria impegnata al telefono, una goccia di sudore si incanala nella ruga di un volto troppo tondo per gli occhiali che indossa seduto dietro a una scrivania coperta di documenti da timbrare. Una radio che non vedo suona una musica che nessuno ascolta.

Caldo, caldo soffocante. Mi avvicino lentamente alla targhetta indicante Imigracion con i due passaporti in mano, speranzoso di espletare le pratiche burocratiche rapidamente in modo da poter ripartire il prima possibile alla ricerca di una doccia fredda, e li porgo gentilmente alla divisa seduta inoperosa dietro al bancone.

Il doganiere si aggiusta gli occhiali, mi guarda con attenzione, e mi strappa dalle mani i passaporti incominciando a esaminarli scrupolosamente alla palese ricerca di un pretesto qualsiasi per approfittare della posizione di potere nella quale in questo momento si trova.

Quasi annoiato mi informa che per me non c’è nessun problema a entrare nel suo Paese, quanto a Savannah, per lei occorre un visto preventivo reperibile esclusivamente nel consolato paraguaiano di Foz di Iguazù in Brasile. So che bleffa, Savannah ha già controllato su internet e sappiamo per certo non esserci bisogno di alcun visto per entrare in Paraguay, ma l’esperienza mi ha insegnato la regola per la quale bisogna sempre cercare di assecondare coloro che hanno il potere di decidere sul tuo futuro. Già una volta per essermi giustamente ma troppo energicamente opposto a uno sbaglio dell’immigrazione brasiliana ho ricevuto il foglio di via dal Paese, dovendo su due piedi comprare un biglietto aereo con destinazione Uruguay.

Cosi provo a usare la collaudata tecnica adoperata dagli amanti del rapporto anale, quella per la quale è necessario ungere accuratamente prima di provare a entrare senza patimenti e, fingendo scafata sicurezza, chiedo se per caso esiste una “scorciatoia” alternativa per riuscire in qualche modo a sorvolare il problema.

La scorciatoia mi costa 70 euro e la promessa di uscire dal Paraguay dalla frontiera accondiscendente di Pilar a sud del Paese, assolutamente non da quella della capitale Asuncion. I settanta euro nel frattempo finiscono provvisoriamente nel cassetto della grigia scrivania, in attesa di poter essere trasformati in alcol da bere e magari in un caldo abbraccio notturno; un timbro tondo stampato a grandi lettere sul nostro passaporto ci apre le porte alla città porto franco di Ciudad dell'Est.


 
 
 

Comments


© 2023 by NOMAD ON THE ROAD. Proudly created with Wix.com

  • b-facebook
  • Twitter Round
  • Instagram Black Round
bottom of page