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Capitolo 28: La Canadese

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

Oggi mio malgrado mi ritrovo dentro a una canadese che non è Savannah.

E Savannah vi chiederete?

No, non preoccupatevi, Savannah è sdraiata accanto a me con cinque strati di maglioni, e per la cronaca quello che stiamo facendo non è assolutamente un triangolo porno ispirato alle recenti esperienze trasgressive vissute a San Francisco.

La canadese nella quale entrerò e uscirò nei prossimi mesi non è altro che la tenda verde militare legata alle borse laterali, la casa in miniatura nella quale nostro malgrado dormiremo per tutto il viaggio attraversando Stati Uniti, Canada, Alaska e probabilmente anche Australia.

Sapevamo sarebbe giunto il momento in cui il budget giornaliero di cento dollari imposto a inizio viaggio per portare a termine il nostro progetto, avrebbe trasformato l’idea romantica di una notte passata in tenda abbracciati sotto le stelle, a un obbligo doveroso al quale attenerci per sopravvivere, ma indubbiamente alla mia età e soprattutto dopo tante ore in sella alla motocicletta, affermare di esserne felice sarebbe decisamente mentire.

Eppure questo è il gioco al quale abbiamo deciso di giocare, e ora che viene il difficile non abbiamo alcuna intenzione di tirarci indietro.

Siamo a Tahoe, sulle sponde del bellissimo Lake Tahoe, a cavallo tra Stato californiano e Nevada.

Ipnotizzato dal fuoco acceso per cuocere le due bistecche comprate al supermercato lungo il cammino, ascolto rapito il racconto del ranger in uniforme venuto ad ammonirci sulla presenza di orsi e altri animali selvatici e sul comportamento da tenere in caso di attacco.

L’episodio nel quale è impegnato a mimare goffamente le movenze di un orso affamato è accaduto solo un paio di settimane prima.

Riguarda la storia di un povero sventurato intento a consumare il suo pasto appoggiato alla tela della tenda.

“A un certo punto” racconta il ranger appassionato, “è arrivato un orso attirato dall’odore del cibo, e con il suo affilatissimo artiglio a uncino ha squarciato involontariamente tela e schiena del ragazzo dalle scapole ai reni. Cinquantacinque punti”, ripete per l’ennesima volta cercando di impressionarci mostrando la lunghezza dell’artiglio con due dita accavallate e simulando grottescamente il verso del mammifero.

Le regole da rispettare non sono tante, io nel mio piccolo ne memorizzo due: mai portarsi cibo o altri prodotti esalanti odore come a esempio dentifricio e shampoo nella tenda, e soprattutto mai mangiare appoggiato alla tela.

Le bistecche nel frattempo sono pronte.


 
 
 

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