L’obiettivo dichiarato di questo capitolo è quello di arrivare senza troppi contrattempi nella terra di Savannah. Per arrivarci mancano ancora da attraversare quattro Stati e almeno un paio di migliaia di chilometri, ma siamo freschi e riposati, e la distanza che ci separa dalla meta non sembra tanta se paragonata alla voglia della mia signora di riabbracciare dopo tanto tempo la sua famiglia.
Anch’io ho voglia di visitare il Canada. Sono ormai due anni in cui ne sento tessere le lodi, e sono estremamente eccitato all’idea di regalare un’immagine corrispondente alla realtà ai tanti racconti fino a ora solo immaginati.
A essere sinceri in realtà in Canada sono già stato per una decina di giorni in un passato non troppo lontano. Fu quando per la prima volta conobbi la mamma di Savannah, Tami, a Regina nel Saskatchewan, e onestamente non feci una grandissima figura. Ve la racconto?
Vediamo un po’, ricapitolando i brevi racconti sulla genesi della relazione con Savannah già trascritti, quando decisi di partire per il Canada fu proprio un paio di mesetti dopo la sua visita con tanto d'incidente all’ospedale di Sorrento.
Savannah la conoscevo ancora relativamente poco all’epoca.
Avevamo passato insieme solo il periodo nel quale c’eravamo conosciuti in Brasile a Florianopolis, e le due settimane nelle quali Savannah era venuta a trovarmi a casa mia nel bel Paese.
Io ero a Rimini quell’estate. Il lavoro assorbiva quasi completamente le mie giornate, e l’unico vero svago in quel periodo era quello di tornare a casa finito il mio servizio a notte fonda, e telefonare con Skype dall’altra parte dell’oceano. Passavamo ore al telefono a guardarci con quella piccola telecamerina.
Il terzo capitolo della nostra storia inizia, quindi, grosso modo quando:
Un giorno come un altro in quella strana estate, mi alzo stanco e senza forze come sempre per andare a fare colazione.
Scendo le scale e m’incammino a passo strascicato verso il bar al lato opposto della chiesa. Saluto Marinella, la proprietaria dell’agenzia viaggi al piano terra dello stabile in cui vivo, e continuo confuso il mio cammino.
All’improvviso, d’istinto e senza premeditazione, mi fermo e torno indietro.
“Mari”, chiedo con la voce impastata e la vista ancora appannata per il recente risveglio, “ma un biglietto per il Canada, diciamo Regina, quanto costa?”
Marinella sorride, e senza chiedere nulla entra in agenzia e incomincia a setacciare sulla rete le varie offerte delle diverse compagnie.
“A dir la verità grosse offerte non ne vedo”, mi dice continuando a immettere sul computer strani codici a me completamente incomprensibili.
“Mi dispiace, ma se vuoi raggiungere Regina il costo del biglietto è abbastanza elevato, si parla di oltre il migliaio di euro”.
Saluto, giro le spalle e mi dirigo in direzione della porta. “Quella cifra per star via una sola settimana non la spendo”, penso un po’ abbacchiato ritornando sui miei passi.
“Paolo aspetta, se vuoi l’offerta l’ho trovata” sento poi gridare alle mie spalle proprio nel momento in cui sto varcando la soglia dell’agenzia per tornare col pensiero al cappuccino. “L’aereo parte da Bologna alle sette di domani mattina, è un last minute, ma in caso decidessi di partire lo devi confermare proprio ora”, continua eccitata Marinella

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