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Capitolo 31: Festa di Fidanzamento

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

Questi sono i giorni della festa di fidanzamento organizzata dalla mamma di Savannah a tenere banco nella graduatoria delle priorità su tutte le attività che ci ruotano attorno.

Oddio, a dir la verità per me è la finale dell’Italia contro la Spagna per il titolo europeo a occupare il gradino più alto, ma mi guardo bene dal rivelarlo a qualcuno, partecipando con la massima concentrazione a tutti i preparativi necessari. Sì, festa di fidanzamento, perché da queste parti la festa di fidanzamento pare essere un evento di primaria importanza e assolutamente non trascurabile nel corso della vita di un adulto.

In materia sono alquanto ignorante, anzi, a essere sincero non sapevo neppure esistesse una festa per celebrare il fidanzamento.

Funziona così anche da noi?

Mah. In ogni caso quando vengo chiamato in causa rispondo sempre presente; “Magari posso finalmente rispolverare la mia famosa camicia bianca delle grandi occasioni” penso ciondolando per la casa brillante e inutile come un faro in mezzo a una pozzanghera.

Nel frattempo faccio amicizia con i fratelli di Savannah.

Rhett ha ventidue anni, ed è dei due il fratello maggiore, quello che fuma di nascosto, che torna a casa tardi, e che quando combina casini immancabilmente viene beccato. Nonostante questo Rhett ha le mani d’oro e il cuore grande come una casa, e nell’ambiente domestico per qualsiasi lavoretto di manutenzione è a lui che ci si rivolge.

Frankie è il più giovane, di anni ne ha solo una ventina, ma al contrario di Rhett è già maturo e responsabile. Gioca a football americano nella squadra della scuola, dove per meriti sportivi ha già ottenuto una borsa di studio per continuare il college senza gravare sulle finanze della madre.

Nonostante le diversità mi piacciono entrambi. Mi portano in giro come fossi uno di loro, fieri e orgogliosi di poter accogliere finalmente in casa propria un nuovo membro della famiglia. Avere la scusa di possedere un cognato cui poter far visita in Italia o in Brasile d’altronde non è cosa da poco per dei ragazzi di vent’anni con il passaporto ancora vergine e tanta voglia d’esplorare il mondo. Il terzo fratello di Savannah di anni ne ha già venticinque, ma con lui non ho contatti, vive in un’altra città e l’incontro in solo un’occasione.

Il resto del tempo lo passo in solitaria, perdendomi nei vicoli del centro di Regina, passeggiando nei centri commerciali, a leggere sull’amaca nel parco accanto al fiume, e sempre più frequentemente dentro al casino, dove, alla faccia della dea bendata rivinco con gli interessi i soldi persi a Boulder.

Regina in realtà non offre grandi attrazioni. Se non fosse perché qua risiedono i parenti di Savannah onestamente mi sarei fermato esclusivamente per il pieno di benzina, ma Savannah in questi giorni è raggiante, indaffarata come non mai a fare commissioni e giri inderogabili con sua mamma, e a me in fondo basta questo.

Per quanto mi riguarda vivo con gran trepidazione l’attesissima finale degli azzurri contrapposti alle temutissime furie rosse.

Non so perché, ma quando sono all’estero paradossalmente il calcio lo seguo maggiormente rispetto a quando sono a casa. Forse è un modo come un altro per rimanere in qualche modo legato alla mia terra e alle mie abitudini, o forse è solo una scusa per staccare un po’ la spina da tutto ciò che è nuovo e trovar rifugio temporaneamente in un luogo familiare.


 
 
 

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