Sole 24 ore
Si chiama Josh il ragazzo cui è stato dato il compito di ospitarci per un paio di giorni a Calgary. Ha qualche anno in meno di me, e in questo momento è solo in casa perché la sua famiglia è in visita ai parenti. La casa è una magnifica villa di tre piani con un bellissimo giardino nascosto sul retro, e visto che Josh è fuori tutto il giorno per lavoro, abbiamo campo libero per rilassarci e pianificare definitivamente l’attacco decisivo all’estremo nord del continente.
Stendo sul grande tavolo del salotto la cartina ricevuta in omaggio dal centro informazioni della piccola cittadina nella quale abbiamo soggiornato ieri notte, e incomincio senza fretta a studiare la futura rotta.
“Onestamente a parte Banf e il bellissimo parco nazionale di Jasper al quale faremo visita i prossimi giorni, non vedo grosse attrazioni sul cammino verso nord”, rifletto sorseggiando una disgustosa Doctor Pepper rubata da frigorifero. “Da queste parti sono i paesaggi a essere attrazione, non tanto le mete”.
Questo esemplifica l’esito della semplice equazione analizzata in un facilmente deducibile risultato: tappe lunghe e giornaliere.
Ripiego la cartina neanche troppo demoralizzato; come sempre lascerò al destino l’onere di disegnare il nostro prossimo futuro, qualcosa succederà.
La cittadina di Banf e l’omonimo parco naturale nel quale è stata costruita, sono la meta principe dei miei desideri di scoperta in questa parte di mondo. Essendo a poche ore di distanza da Calgary, il sole non è ancora giunto a metà del suo cammino giornaliero quando arriviamo in sella a Yellow all’entrata di questa magnifica riserva naturale.
Piantiamo la tenda in un campeggio collocato strategicamente nella miglior posizione per poi riprendere il cammino della nostra risalita, e in fretta e furia ci apprestiamo a visitare il famoso Lake Louise.
Bello è bello, non c’è che dire. Una cornice di vette innevate circonda le gelide acque azzurre di un lago da cartolina. Cosa dire, “sarebbe un paradiso se non ci fossero questi grossi uccelli ovunque che continuano a importunarmi”, confido a Savannah infastidito per un tormento con il quale dovrò imparare a convivere.
“Non sono uccelli cretino”, mi risponde Savannah sorridendo, “queste sono le nostre zanzare”.

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