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Capitolo 36: Lucagiovannidavideeclaudio

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

In analogia al famoso gioco della settimana enigmistica, nel quale unendo i puntini in ordinata successione si scopre lentamente la figura celata, decidiamo di passare a trovare Claudio con l’intento di continuare a unire i puntini del nostro viaggio che indicano gli incontri con gli amici del passato, curiosi di veder realizzato il disegno finale al quale stiamo dando forma seguendo le storie di questi giovani emigranti che di punto in bianco e per motivi differenti, nel corso della loro vita, hanno deciso di trasferirsi all’estero lontani dall‘Italia, o nel caso di Savannah, dal Canada.

Claudio è più giovane di me. Prima di incontrarlo a Noosa, piccola cittadina balneare sulla costa orientale australiana, Claudio è per me ancora il fratellino piccolo di quell’unica persona chiamata Lucagiovanniedavide, filastrocca con la quale nella mia infanzia mi presentavo quotidianamente bussando alla porta accanto per coinvolgere uno dei tre fratelli maggiori a passare il pomeriggio insieme.

All’epoca Claudio era appena nato, e ricordo di aver tenuto in braccio più di una volta quella morbida bambolina osservandola muoversi e produrre suoni a dispetto di quelle rigide e silenziose di mia sorella.

Oggi me lo ritrovo davanti uomo, con due bellissimi figli, una moglie, e un’invidiabile vita da fisioterapista nonché proprietario di gelateria in Australia. Incredibile.

Con Claudio non siamo realmente amici, oddio, almeno non nel senso “stretto” del termine. Non abbiamo mai condiviso interessi, serate, né tanto meno lavoro, e a parte un paio di bevute insieme qualche anno fa a Rimini in occasione di una sua visita in Italia, sono più di trent’anni che non ci vediamo.

Eppure l’appartenenza agli stessi ricordi d’infanzia ci lega in modo atavico, reale, difficile da spiegare.

La sua famiglia era per me all’epoca la mia seconda famiglia, la sua casa un po’ anche la mia, e rincontrarlo oggi dopo tutto questo tempo rievoca inevitabilmente in me situazioni già vissute, dissotterrando prepotentemente da cumuli di storia memorie che credevo perse per sempre.


 
 
 

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