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Capitolo 4: La Giornata Tonda

  • Writer: Savannah Zamagni
    Savannah Zamagni
  • Apr 17, 2018
  • 2 min read


“Se vi piacciono le escursioni a piedi, i salti, i trekking o le scalate, Pucon certamente soddisferà le vostre esigenze. La posizione sulle sponde del bel lago Villarica sotto lo sguardo ardente dell’omonimo vulcano le ha garantito una fama mondiale per le attività avventurose”.

Leggo sottovoce questo piccolo trafiletto sulla guida del Cile portata dall’Italia, e mi si accappona la pelle ringraziando Dio che Savannah ancora non legge in italiano. “Ci manca solo che dopo sei ore di moto mi metta a saltellare su un vulcano”, mi dico furtivo cercando di non far trasparire riflessioni che possano tradirmi. “D’altronde” penso, “se Maometto non va alla montagna, perché cazzo ci devo andare io?!”

Qualche riga sotto leggo però anche che Pucon vanta tra le migliori terme naturali e le migliori strutture turistiche a sud del Costarica, e improvvisamente l’ago della bilancia sulla decisione da prendere per stabilire la prossima meta verso la quale indirizzare la ruota anteriore di Yellow incomincia ad assumere una posizione più stabile.

Di solito non amo le località troppo turistiche, prediligendo al contrario posti più alternativi e spartani, ma oggi mi sento stanco, e l’idea di un po’ di civiltà e confort non mi dispiace affatto.

Troviamo da dormire in un ostello gestito da una simpatica coppia di inglesi, a me particolarmente ben graditi per il loro invito a partecipare la sera seguente a una grigliata in giardino a base di carne e buon vino cileno.

L’umore è alle stelle, Yellow sembra godere di ottima salute, e l’idea di essere solamente all’inizio di un viaggio al quale sentiamo sempre più di appartenere mi da una gioia e una serenità difficile da poter descrivere.

Il vero jolly però lo peschiamo solo qualche ora più tardi conoscendo Bernard, il simpatico gigante fidanzato con la proprietaria dell’ostello.

A dir la verità Bernard è la prima persona sulla quale mi cade l’attenzione appena varcato il cancello della proprietà. Il suo sguardo è persistente, lo avverto incollato a ogni nostro movimento come fossimo inconsapevoli cavie da laboratorio, come avesse qualcosa di impellente da doverci raccontare e non aspettasse altro che l’occasione giusta per farlo.


 
 
 

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