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Capitolo 44: Marito

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

I primi ad arrivare sono i familiari di Savannah. Tami ha prenotato con largo anticipo un grazioso alberghetto proprio sulla strada del ritorno dal bar dove siamo soliti fare colazione, e diventa quasi una piacevole abitudine fermarsi a fare un salto e quattro chiacchiere sotto l’ampia veranda della famiglia Grey prima di iniziare la giornata.

Rhett e Frankie non stanno nella pelle. È in assoluto la prima volta che escono dal Canada, e la Tailandia in questo momento immagino debba rappresentare per loro un gran bel luna park rispetto al quotidiano più ordinario al quale sono abituati.

Avevo più o meno la loro stessa età quando venni da queste parti la prima volta, e ricordo aver subìto pure io un notevole shock emotivo nel trovarmi all’improvviso catapultato in questa realtà così sfacciata e trasgressiva.

Savannah al contrario ora è più rilassata. Sa di poter contare sull’aiuto di sua mamma, motivata più che mai nel cercare di non perdersi neppure un attimo di questi giorni in compagnia della figlia ormai assente da quasi un anno.

Per quel che mi riguarda, delegare piccole preoccupazioni riguardanti l’organizzazione della cerimonia a qualcun altro, rappresenta senza dubbio un notevole sollievo. Diciamoci la verità, io di matrimoni non ne so nulla, e avere un’alleata esperta in squadra rilassa tanto pure me.

Io ora devo pensare all’imminente arrivo di tutti gli invitati, la maggior parte dei quali arriverà all’aeroporto di Pukhet solo intorno al 2 gennaio. Per il resto l’unico punto sulla lista rimasto ancora da barrare, è l’acquisto di un paio di pantaloni bianchi da abbinare neanche a dirlo alla mia famosa camicia bianca delle grandi occasioni.

Ma non è un problema per il quale perdo il sonno, d’altronde ho già pronto il piano di riserva. A lei ancora non l’ho detto, però quei pantaloni bianchi indossati da Tami l’altro ieri non mi dispiacevano affatto. Se non dovessi trovarne un paio nuovi di mio gradimento recupero l’orlo, li allargo un pochettino, e adotto indifferente il piano B. Nell’attesa a visite scadenzate svolgo il compito di taxista per signore, accompagnandole dal sarto incaricato del gravoso compito di confezionare il vestito per la sposa, e farle monitorare in questo modo l’avanzamento dei lavori. Io chiaramente non posso neanche entrare nel negozio. Da vero marito me ne devo stare a cuccia dietro l’angolo, in castigo, silenzioso, ad aspettare moglie e suocera terminare la loro ispezione di controllo.



 
 
 

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