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Capitolo 45: Kho Panghan

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

Il resto della Tailandia lo interpretiamo nel ruolo di comparse, fuori dai riflettori, come fossimo in vacanza. Questo Stato l’ho girato in lungo e in largo mille volte, di conseguenza non ho grandi stimoli a muovermi più di tanto. Le tappe sulle quali mi voglio concentrare sono poche e mirate, giusto qualche bella isola da far conoscere a mia moglie.

Moglie, moglie, moglie, moglie, moglie.

Scusate ma devo ancora abituarmi, al mio orecchio suona ancora un po’ stonato.

In realtà l’unico desiderio imminente al quale non voglio assolutamente rinunciare, è quello di concedermi per due o tre giorni l’espressione di De Niro nel fotogramma finale del suo capolavoro “C’era una volta in America”. Quel sorriso ebete sul quale scorrono i titoli di coda tanto per capirci.

So già dove andare per esaudire il mio desiderio, in altre epoche siamo già passati un po’ tutti da quelle parti.

Salutiamo quindi gradualmente amici e parenti sulla strada del ritorno verso le loro rispettive vite, e insieme a Massi, eccitato come me dal mio progetto, decidiamo di partire senza indugi per raggiungere la bella Koh Phangan.

L’isola di Koh Phangan è diventata celebre negli anni grazie al famoso “Full moon party”, rave organizzato sulla spiaggia di Haad Rin nel giorno della ricorrenza mensile della luna piena.

Quando nacque questa festa era speciale. Ricordo di aver partecipato per la prima volta a un “Full moon” nel ’92, e ne rimasi veramente colpito ed entusiasta.

Per coloro che viaggiavano attraverso queste terre, all’epoca era un appuntamento inderogabile presentarsi per la data stabilita su questa spiaggia e festeggiare al chiar di luna l’atteso evento. Era un po’ il luogo dove si rincontrava tutti coloro conosciuti in precedenza nelle altre località del sud est asiatico, tutti con la stessa voglia di ritrovarsi scalzi a ballare sulla spiaggia fino a tarda mattinata.

Quando poi sorgeva l’alba era l’apoteosi. Migliaia di persone si prendevano per mano, e appena il sole spuntava fuori dal lontano orizzonte, s’incominciava a correre tutti insieme verso il mare, gettandosi senza freni come folli dentro l’acqua. Mi vengono ancora i brividi a pensarci.

Ora sotto questo aspetto è decisamente cambiata. Nel corso degli anni, grazie all’enorme successo economico e commerciale portato dall’evento, è stato organizzato prima “l’Half moon party”, e in seguito addirittura il “Quarter moon party”, e come sempre succede quando poi si abusa, questa festa con l’andar del tempo ha perso gradualmente di significato.

Nonostante questo Koh Phangan ai miei occhi risulta sempre possedere un fascino particolare. Qua mi sento quasi a casa. Un po’ per il fatto che in tutte le mie visite precedenti ho sempre trascorso giorni indimenticabili su queste spiagge, ma soprattutto perché sull’isola risiede una comunità di amici riminesi non indifferente da andare a salutare.

Chaloklum è la spiaggia più a nord dell’isola, forse la meno invasa dal turismo di massa.

La prima fermata la facciamo come da copione raggiungendo i bungalow di Pater, garanzia assoluta nel riuscire sempre a rimediare un letto per dormire. Quando cala il buio invece, ci affrettiamo a prepararci per riuscire a trovare ancora un tavolino libero nel ristorante italiano di Jenny, altro amico riminese residente stabile di questo piccolo villaggio.



 
 
 

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