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Capitolo 51: Overland

Writer: Savannah ZamagniSavannah Zamagni

Amritsar, per tutti coloro decisi a raggiungere questo Paese via terra attraversando Turchia, Iran e Pakistan, è considerata la porta d’ingresso dell’India. Il nome della città tradotto in italiano significa “lago del nettare immortale”, ed è senza discussione il

centro culturale e spirituale della religione sikh, religione nata in passato dalla fusione tra induismo e islamismo.

Noi la porta abbiamo intenzione di attraversarla in senso opposto, quella in direzione dell’uscita, ma prima di varcare questa soglia attraverso la quale abbandoneremo definitivamente lo Stato federativo del Punjab, abbiamo assolutamente l’obbligo morale di visitare il famoso Tempio d’Oro, il maestoso edificio in marmo con la cupola rivestita in lamine dorate.

Ci sediamo ai bordi del bacino sacro che circonda il tempio, scalzi, contemplativi, osservando in silenzio i numerosi pellegrini attraversare lo stretto pontile che simboleggia la cruna dell’ago attraverso la quale sono costrette a passare le anime dopo il trapasso.

Nei loro visi, nei modi, nell’abbigliamento e negli sguardi, si riesce a cogliere tutta la fierezza e l’orgoglio tipica di questo popolo, ma anche la loro indole pacifica. Questo perché il Sikhismo, come eloquentemente mi aveva raccontato a cena Singh regalandomi un turbante, sprona all’altruismo, al servizio in aiuto agli altri, all’operosità, e al lavoro come un modo per venerare la divinità. Tutti, a prescindere dal credo, dall’appartenenza castale, dal ceto e dal sesso, vengono accolti nei templi Sikh con la stessa gentilezza, sfamati gratuitamente nelle mense comuni, e ospitati per la notte nelle foresterie.

Le regole da rispettare sono poche, anche per noi occidentali solo in visita. Entrare a capo coperto, non fumare, togliersi le scarpe dopo il lavaggio rituale dei piedi. Proprio come si fa quando si accede alle moschee. Llo spettacolo ammirato quando lentamente si fa buio? Va bè, come fare a raccontarlo.

Troppo presto però il mio cervello incomincia a reclamare nicotina, e tutto lo spiritualismo immagazzinato nelle ultime tre ore all’interno della struttura sacra svanisce in un secondo, trasformandosi in una piccola brace luminosa, e in una nuvola di fumo bianco dispersa lentamente in aria.

Contro tutti i pronostici abbiamo comunque un tempismo perfetto.



 
 
 

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