Puerto Natales. Mi sveglio dolorante e indolenzito. La notte non ha portato nessun consiglio ma solo ansia e preoccupazioni per lo stato di salute di Yellow. Quelle perdite d’olio nonché il rumore sordo proveniente dalla ruota posteriore non presagiscono nulla di buono, e inoltre, a quanto pare, qua in Patagonia non esistono pezzi di ricambio né meccanici in grado di poter rimettere in salute la nostra povera compagna.
L’unico flebile barlume di speranza me lo regala una spartana pagina web mentre perso e sfiduciato navigo sul piccolo portatile che ci portiamo appresso, raccontandomi che a Punta Arenas, a circa 200 chilometri più a sud rispetto a dove ci troviamo ora, ha sede un’agenzia che affitta e organizza viaggi in moto BMW per “varcare la soglia con la fine del mondo”, come recita orgoglioso lo slogan in grassetto sulla prima pagina del sito.
Provo a chiamare ripetutamente e a intervalli regolari un numero che in breve tempo imparo a memoria, ma un’inflessibile voce metallica e senza tono all’altro capo dell’apparecchio risponde sempre con la stessa cantilena: “L’utente non è raggiungibile, riprovare più tardi”.
Decidiamo di provarci e andarci di persona. Spero che Yellow faccia l’ennesimo miracolo e ci porti a destinazione.
Viaggiamo a una media oraria di circa novanta chilometri su una strada dritta e priva di fascino, lottando tenacemente contro il vento nel tentativo di arrivare prima di esaurire l’olio denso e nero che continua a fuoriuscire dalla ruota posteriore.
“È ora di mettere a frutto tutta la mia conoscenza e preparazione meccanica e attingere dal mio inesauribile bagaglio di esperienza e studio del settore”, dico a Savannah sfilandomi fiducioso i guanti.
Eh sì, perché la mia preparazione meccanica è costruita su fondamenta solide, granitiche, su ideologie personali e innovative; parlo e do carezze al serbatoio.
Probabilmente non ci crederete, ma Yellow ha decisamente un cuore e un’anima e tra noi, dopo tanti anni e avventure insieme, si è creato un legame indissolubile di stima e di rispetto, un legame indistruttibile di quella che fino a qualche anno fa era una parola quasi estranea nel mio vocabolario: fedeltà.
“Ahh, se solo Yellow avesse il buco del serbatoio un po’ più morbido”, penso dandole l’ennesima carezza.

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